LAZIO, TERRA DI FARMACI DEL FUTURO: LA REGIONE CHE SOGNA IN NANOMETRI E CURA IN RNA!

Dimentica Silicon Valley: se cerchi il cuore pulsante dell’innovazione farmaceutica in Europa, segui le provette… e ti ritroverai nel Lazio.

26% dell’export farmaceutico italiano. 16,2 miliardi di euro. +22,6% in un solo anno.

Numeri che non si leggono, si applaudono. E sì, parliamo proprio del Lazio, che nel 2025 si è issato sul podio dell’innovazione biofarmaceutica. Una regione che ha fatto del binomio ricerca-impresa la sua formula magica, e delle nanotecnologie il suo biglietto per il futuro.

“Brain-Nano”, i farmaci che pensano (e passano la barriera emato-encefalica)

Hai presente quei disturbi neurologici rari che nessuno sa come curare? Il Lazio ci sta lavorando. Nei laboratori del Rome Technopole è partita la fase clinica del progetto “Brain-Nano”: nanoparticelle lipidiche intelligenti che viaggiano nel cervello come dei taxi molecolari, consegnando farmaci esattamente dove servono. Finanziato con 45 milioni dal PNRR, è la punta di diamante di una rivoluzione silenziosa. Ma potentissima.

Terapie geniche, RNA, intelligenza artificiale: l’arsenale biotech del Lazio

Qui non si sogna in grande. Si sogna in codoni genetici. Novo Nordisk investirà 200 milioni di euro per aprire un centro di eccellenza per terapie RNA-based contro l’Alzheimer. Saranno 160 i ricercatori assunti entro il 2027. E nel frattempo, il Biofoundry Lazio, impianto robotizzato da 15 milioni, sta per diventare il primo polo in Europa capace di produrre 100 kg/anno di RNA terapeutico. Traduzione? Una cura che ieri era impossibile, oggi è solo a 9 mesi dalla sperimentazione.

Tre nicchie da tenere d’occhio (e da esportare)

Nel 2025, il settore dei nanofarmaci oncologici nel Lazio registrerà una crescita del 35%, contribuendo al PIL regionale per 1,1 miliardi di euro. Le terapie digitali (DTx) mostreranno un incremento ancora più marcato, con un +48%, generando un impatto economico stimato in 0,6 miliardi di euro. Infine, i farmaci biologici personalizzati cresceranno del 28%, aggiungendo 2,3 miliardi di euro all’economia del Lazio. Questi dati evidenziano il ruolo trainante dell’innovazione farmaceutica e tecnologica nella regione.

Start-up + Università + Clean Room GMP = Ogni 11 giorni un brevetto

Il “triangolo d’oro” del Lazio funziona così:

  • Le università (Sapienza, Tor Vergata, Cattolica) aprono i loro laboratori alle start-up.
  • Le start-up usano clean room certificate GMP e sequenziatori NGS.
  • Il risultato? Nel 2025, 112 nuove aziende biofarmaceutiche e 1 brevetto ogni 11 giorni. Con un ROI da manuale: +320% sui fondi PNRR investiti.

Neuroscienze, IA e “SpinOut!”: l’impresa nasce nel laboratorio

L’evento “Research to Impact” ha messo al centro l’importanza delle competenze e dell’imprenditorialità della ricerca. Grazie al programma SpinOut!, guidato da Zest e potenziato dall’AI di Aipermind, le idee dei ricercatori laziali non rimangono nei cassetti: diventano start-up, brevetti, imprese vere. E spesso… anche terapie rivoluzionarie.

Il Lazio non punta all’Italia. Punta all’Europa.

Con un ecosistema che unisce pubblico e privato, università e colossi industriali (Angelini, Menarini, Daiichi Sankyo), la regione ha un obiettivo chiaro: diventare l’hub europeo delle terapie avanzate. Non un sogno. Un piano d’azione. E funziona.

Mentre altrove si discute di futuro, nel Lazio lo stanno già sintetizzando in laboratorio.

Il farmaco del domani nasce qui. E sta già facendo la valigia per l’export.